Il narcisismo: tra mito, disturbo e risorsa
- Alessandro Iacubino
- 30 ago
- Tempo di lettura: 3 min

Introduzione
Il narcisismo è una parola che immediatamente richiama alla mente il mito di Narciso, il giovane che, vedendo la propria immagine riflessa nell’acqua, ne rimase incantato fino a consumarsi. Da secoli questa figura rappresenta il rischio di un amore eccessivo per sé stessi, ma la psicologia ci insegna che il narcisismo non è soltanto un disturbo: è anche una componente naturale della personalità, che può rivelarsi persino una risorsa.
Il termine narcisismo entra nel linguaggio psicologico grazie a Sigmund Freud, che nel 1914 pubblica il saggio Introduzione al narcisismo. Freud descrive questa condizione come una fase dello sviluppo psichico: l’energia libidica, inizialmente rivolta al Sé, successivamente viene diretta verso gli altri.
Più tardi, autori come Heinz Kohut e Otto Kernberg hanno ampliato e differenziato il concetto.
Kohut ha sottolineato il ruolo del narcisismo sano nello sviluppo del Sé e nella formazione di un’autostima stabile.
Kernberg, invece, ha analizzato le forme patologiche, collegandole al Disturbo Narcisistico di Personalità, caratterizzato da grandiosità, fragilità interna e difficoltà relazionali.
Il narcisismo patologico
Il Disturbo Narcisistico di Personalità, inserito nel DSM, si manifesta attraverso:
senso grandioso di importanza,
bisogno costante di ammirazione,
incapacità di riconoscere i bisogni e i sentimenti altrui,
relazioni superficiali e utilitaristiche.
Dietro questa facciata di sicurezza, però, si cela spesso un Sé fragile, segnato da paura di non valere abbastanza.
La cura del narcisismo
Trattare il narcisismo non è semplice: raramente chi ne soffre cerca aiuto spontaneamente. Spesso la richiesta di terapia nasce da crisi relazionali, sentimenti depressivi o fallimenti che mettono in discussione l’immagine grandiosa di sé.
Quali approcci?
Gli approcci sono molteplici e diversificati in base alla soggettività del paziente alla storia personale, alla diagnosi, ma proviamo a fare alcuni esempi:
Psicoterapia psicodinamica, che esplora le radici delle fragilità narcisistiche e risulta essere molto efficace.
Terapia focalizzata sul transfert (Kernberg), che lavora sulla relazione terapeutica come specchio trasformativo.
Psicoterapia empatica (Kohut), che sostiene il paziente attraverso validazione e riconoscimento, rinforzando un senso di sé più coeso.
Approcci integrati, che uniscono tecniche cognitive e relazionali, favorendo consapevolezza ed equilibrio.
Il narcisismo come risorsa
Non tutto il narcisismo è patologico: esiste anche un narcisismo sano, che rappresenta un tratto fondamentale della personalità. È la base dell’autostima, della fiducia nelle proprie capacità e della possibilità di coltivare sogni e obiettivi.
Un sano amor proprio permette di dire di no, proteggere i propri confini, gioire dei propri successi senza sensi di colpa. In questo senso, il narcisismo è come una vitamina psicologica: in piccole dosi sostiene la crescita e la resilienza, mentre in eccesso rischia di diventare tossico.
Il narcisismo positivo si intreccia con la capacità di riconoscere il proprio valore. Non significa sentirsi migliori degli altri, ma sapersi vedere, apprezzare e rispettare. Senza questa base, si rischia di vivere dipendendo dal giudizio esterno o sacrificandosi costantemente per essere accettati.
Narcisismo e creatività
Gli artisti, gli scrittori e i musicisti spesso trasformano la loro spinta narcisistica in opere condivise con il mondo. Esporre un quadro, pubblicare un libro, salire su un palco: tutti gesti che hanno in sé un desiderio di riconoscimento. Ma quando questa energia viene canalizzata in creazione, diventa dono collettivo, capace di arricchire la società.
Narcisismo e leadership
Anche nella leadership un certo grado di narcisismo è essenziale. I leader che credono in sé stessi trasmettono fiducia, visione e capacità di innovazione. Pensiamo ai grandi riformatori o innovatori: senza la convinzione profonda di avere qualcosa da offrire, non avrebbero mai potuto resistere alle critiche e portare avanti i loro ideali. Quando il narcisismo si accompagna all’empatia, diventa forza propulsiva per il cambiamento.
Narcisismo e cura di sé
Il narcisismo sano è cura quotidiana: coltivare passioni, proteggere spazi personali, rispettare i propri limiti. È la capacità di amarsi senza cadere nell’egocentrismo, di dire: “Io conto, e contano anche gli altri”.Il narcisismo è un concetto sfaccettato, che non si può ridurre a etichetta negativa. È al tempo stesso rischio e risorsa, disturbo e motore creativo. La psicologia ci invita a non demonizzarlo, ma a riconoscerlo nelle sue diverse forme: da difesa fragile e isolante può diventare forza vitale, capace di alimentare relazioni autentiche, progetti innovativi e opere che restano.
In fondo, imparare a vivere con il proprio narcisismo significa imparare a stare nel mondo senza perdersi negli altri, ma neppure restando prigionieri di sé stessi.
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