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Neurofeedback e Biofeedback

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Il neurofeedback è uno strumento per mezzo del quale si può imparare a modificare l’ampiezza, la frequenza e la coerenza degli aspetti elettrofisiologici del cervello.

Con il neurofeedback si visualizza in tempo reale, sul monitor di un computer, la propria attività elettroencefalografica. Lo strumento consente di educare il cervello a produrre onde cerebrali  in specifiche ampiezze e posizioni, tanto da divenire capace di rieducare se stesso, fino a raggiungere il pattern di attività desiderato.

 

A cosa serve il Neurofeedback?

Lo scopo del training di neurofeedback è quello di insegnare al paziente come percepire specifici stati di attivazione corticale e in che modo raggiungere tali stati volontariamente.

 

In seguito al training, il paziente trattato diventa consapevole dei differenti stati EEG e capace di produrli quando richiesto.

Molti studi e ricerche sul neurofeedback ne hanno attestato l’efficacia nel trattamento di numerose condizioni cliniche, qui ne citiamo solo alcune:

ADHD 

EPILESSIA

ANSIA E ATTACCHI DI PANICO

STRESS

ACUFENE CRONICO

DEPRESSIONE

AFFATICAMENTO CRONICO

FIBROMIALGIA

DISTURBI DEL SONNO

DISTURBI DELL'ALIMENTAZIONE

DIPENDENZE 

SINDROME DI TOURETTE

DISTURBO OSSESSIVO COMPULSIVO

Viene utilizzato di solito (in associazione al biofeedback) per il trattamento di sindromi dolorose come cefalea ed emicrania.

 

Si sono inoltre ottenuti, benché in fase sperimentale, buoni risultati anche nella riabilitazione conseguente a lesione cerebrale (ictus e traumi cranici), nell’autismo e nei tremori parkinsoniani.

 

Il neurofeedback è stato utilizzato anche per l’aumento delle performance cognitive nello studio, nello sport, in ambito lavorativo manageriale e per migliorare la memoria.

( BFE - Federetion Europe 21st 2022 ) 
Alessandro Iacubino, neurofeedbak e biofeedback

Cos'è il Biofeedback

Il biofeedback è un trattamento non farmacologico che consente di imparare a controllare funzioni corporee normalmente involontarie, come ad esempio tensione muscolarepressione sanguigna, ritmi elettroencefalografici o frequenza cardiaca.

Il fine è quello di migliorare la salute, le prestazioni sportive e fisiologiche, e contrastare alcune patologie o condizioni. Non essendo invasivo ed escludendo l'uso di farmaci, gli effetti collaterali indesiderati sono praticamente inesistenti!

Durante una sessione di biofeedback, al paziente vengono attaccati elettrodi alla pelle che inviano informazioni a un computer in merito alle attività fisiologiche. Le misurazioni vengono poi visualizzate su un monitor e, partendo da quelle, è possibile individuare quali atteggiamenti fisici e/o emotivi siano associati alle modificazioni delle attività analizzate. Alla fine, i pazienti imparano a controllare questi processisenza la necessità di monitoraggio.

Utilizzi del biofeedback

Il biofeedback viene  utilizzato per alleviare dolori (cefalea muscolo-tensiva, cefalea vascolare di tipo emicranico, morbo di Raynaud, dolori cronici e di origine oncologica, dolori da contratture muscolari, torcicollo spasmodico), negli attacchi di asma e di emicrania, nell’incontinenza urinaria, nella riabilitazione neuromuscolare (in seguito ad ictus o trauma), per curare l’insonnia e per altre condizioni legate allo stress; e ancora nei casi di abuso di sostanze, di alcoolismo e di epilessia. 

 

Inoltre riduce ansia, tic, balbuzie, iperidrosi, fobie e attacchi di panico, cura disturbi gastro-intestinali, ipertensione arteriosa, dermatosi e in odontoiatria sembra risolvere problemi di bruxismo, spasmi muscolari, rilassamento muscolare, sindrome temporo-mandibolare.

Sembra pertanto possibile intervenire in un ambito di disturbi sempre più ampio: qualsiasi alterazione caratterizzata da una connessione tra sistema nervoso centrale e funzione effettrice, può essere in teoria inserita in un programma terapeutico mediante biofeedback, che si caratterizza, inoltre, per essere un metodo non invasivo, non farmacologico e privo di effetti collaterali.

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